Struttura e musica

Una costante dello spettacolo del Maggio è la musica. Durante tutta la rappresentazione è presente un’orchestrina composta solitamente da violino, fisarmonica e chitarra.

I testi dei Maggi sono composti da schemi metrici fissi. Generalmente i versi più utilizzati sono gli ottonari, ma vengono impiegati anche i settenari e gli endecasillabi. «La strofa, detta con parola plastica campetto, perché richiama all’immaginazione la figura di un campo, […], è una stanza di quattro ottonari, il primo rimato con il quarto e il terzo con il secondo» [Cfr Fontana S.,Il maggio, op.cit., pag. 90.]. Le quartine di ottonari (con rima ABBA), dette anche stanze, vengono utilizzate durate tutta la narrazione, e sono cantate dai Maggerini su un tema monotono, una nenia. Un esempio di quartina, tratto dal libretto del Maggio “Fioravante e Rizieri” di Terzo Governari, è il seguente:

59

FIORAVANTE

Oh! Rizier mio paladino    A

Dusolina ora è mia sposa,   B

è una scelta doverosa          B

se così volle il destino.       A

60

FIORAVANTE

Tosto tu farai sapere

La notizia a Biancadora,

non vò che mia madre ignora

del felice mio volere.

[Cfr. il Maggio Fioravante e Rizieri, di T. Governari, La Nuova Tipolito, Felina (RE), 1983, pag., 12.]

Vengono utilizzati anche altri schemi metrici. Questo avviene nei momenti di maggiore tensione emotiva e di elevata intensità, durante le scene più commoventi, come le scene di addio, le richieste di perdono, le preghiere e gli abbandoni, e, spesso, nella scene finale di chiusura del Maggio. In coincidenza con queste parti di spiccato lirismo vengono utilizzate l’«arietta» [Ivi pag. 91.], a volte indicata come sonetto o coro (nel caso si tratti della parte finale del Maggio), e l’ottava, le quali hanno numerose variazioni nella disposizione delle rime. I versi utilizzati possono essere: settenari, ottonari ed endecasillabi su modello dei melodrammi, specialmente di Metastasio. [Cfr. Morelli G., Maggio e melodramma: la presenza di Metastasio, in: AA. VV., Il Maggio drammatico, una tradizione di teatro in musica, a cura di Magrini T., op.cit., pag. 167.]

Una costante dello spettacolo del Maggio è la musica. Durante tutta la rappresentazione è presente un’orchestrina composta solitamente da violino, fisarmonica e chitarra. Essa, oltre a fornire l’intonazione ai maggerini, ha il compito di interrompere l’andamento uniforme e monotono del racconto e del canto, eseguendo dei brani più frizzanti come mazurche, polche o valzer. Esistono, in oltre, particolari motivi musicali connessi ai momenti lirici di maggior pathos, da eseguirsi in corrispondenza delle ottave e dei sonetti, in cui la voce è accompagnata dagli strumenti. Nel corso di queste esecuzioni rallenta il tempo del discorso e lo spettatore è costretto indirettamente a riflettere sul messaggio e sul momento lirico; esso viene intrappolato nella suggestione, ed è gradualmente inserito nell’attimo narrativo e nelle emozioni ad esso connesse. La musica ha quindi sicuramente un ruolo centrale nella rappresentazione, introduce nella composizione fungendo anche da filo conduttore e da intermezzo, divenendo il primo punto di riferimento per lo spettatore.

Figura 1:   Spartito musicale dell’ottava finale del Maggio “Tristano e Isotta”. Queta  melodia compare in molti maggi e accompagna i momenti lirici. Tratto dal volume AA. VV., Il Maggio drammatico, una tradizione di teatro in musica, a cura di Magrini T., op. cit., pag. 137.

Materiale tratto dalla tesi di laurea di Giordana Sassi: “Comunicare la tradizione:

la figura di Orlando e dei paladini carolingi nei Maggi drammatici dell’Appennino Tosco-Emiliano”; A.A. 2004/2005.

Pagina aggiornata il 04/03/2025

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