I costumi di scena, in Emilia, sono sempre gli stessi, di proprietà del maggerino o della compagnia, indipendentemente dal ruolo, dal luogo e dall’epoca in cui la vicenda è ambientata. «Sul velluto nero spiccano stemmi e disegni dai colori vivaci: un elmo con pennacchio, una spada di ferro e uno scudo completano il costume del maggerino» [Cfr. Vezzani G. (a cura di), La tradizione del maggio: mostra documentaria, op. cit., pag. 97]. Le interpreti femminili portano invece dei lunghi abiti e tuniche di svariati colori. Nelle compagnie della Toscana invece i costumi di scena cambiano in base alle richieste del copione e si differenziano a seconda delle ambientazioni della vicenda. Lo scudo è un elemento molto importante del costume poiché è lo strumento principale utilizzato durante i duelli. I duelli sono momenti culminanti della recitazione, durante i quali gli attori si affrontano schierandosi su fronti opposti, quasi come in una danza ritmata dal rumore provocato dagli urti degli scudi. «I due eserciti si dispongono uno di fronte all’altro, ai margini dello spazio scenico. Cantati i due primi versi della stanza, i guerrieri prendono la rincorsa e, mentre fanno roteare la spada con la mano destra, si scontrano al centro dello spazio scenico facendo cozzare tra di loro gli scudi; poi proseguono avanti fino ai margini dello spazio scenico, si rigirano e tornano ad affrontarsi, tornando nella loro posizione iniziale» [Cfr. AA. VV., Il Maggio drammatico, una tradizione di teatro in musica, a cura di Magrini T., op.cit., pag.101].
Le rappresentazioni, che un tempo erano molto lunghe, si sono ridotte a circa due o tre ore. Lo spettacolo è completamente seguito e coordinato da un suggeritore, detto campion, che, vestito normalmente, senza il costume, affianca di volta in volta un maggerino per suggerirgli il testo e i movimenti di scena. «Quantunque il suggeritore sia sempre sulla scena accanto agli attori il pubblico non lo vede» [Cfr. Toschi P., Le origini del teatro italiano, op. cit., pag. 534]. Esistono anche altre figure esterne alla vicenda: il cantiniere (il quale porta dei bicchieri di vino ai maggerini su loro richiesta) e diverse comparse che servono a rallegrare l’esibizione, come il buffone o il diavolo, esterne talvolta alla narrazione. La gestualità degli attori è molto importante in quanto consente allo spettatore di immedesimarsi anche visivamente nella rappresentazione, introducendolo, con determinati movimenti, nell’azione successiva e coinvolgendolo nei suoi sentimenti più profondi difficilmente descrivibili unicamente con il canto.
Materiale tratto dalla tesi di laurea di Giordana Sassi: “Comunicare la tradizione:
la figura di Orlando e dei paladini carolingi nei Maggi drammatici dell’Appennino Tosco-Emiliano”; A.A. 2004/2005.
In ogni rappresentazione alcuni personaggi, mutuati dalla tradizione, hanno abiti particolarmente caratterizzanti e diversi da quelli indossati dagli altri attori.
Bambini: I bambini vengono generalmente vestiti da piccoli eroi o eroine, a cui nella trama della storia viene usurpato il trono. Da grandi si trasformeranno negli eroi buoni, risolutori dell’intera narrazione.
Animali: L’elemento a cui viene dedicata maggiore cura nella caratterizzazione degli animali è la maschera. Gli attori costruiscono maschere di latta, ferro e cartapesta, somiglianti agli originali, per ricreare un certo realismo sulla scena. Gli animali sulla scena assumono funzioni diverse: antagonistiche rispetto agli eroi, protettrici nei confronti dei deboli, punitivi verso chi ha commesso torti o errori.
Diavolo: Viene rappresentato come nella simbologia più classica, con un costume di norma rosso con coda e corna, a volte un bastone a forca o tridente e una maschera in legno, dipinta sui toni del rosso. Viene invocato dai “cattivi” per compiere malefici, rapire fanciulle, portar via i morti…
Angelo: Viene rappresentato anch’esso come nell’iconologia classica, con abito bianco lungo ed un paio d’ali sulla schiena. L’angelo interviene per portare messaggi, svelare “verità”, aiutare i “buoni”… La sua presenza in scena è di solito breve.
Mago: Indossa di norma un lungo mantello blu, un cappello a cilindro nero ed alcuni oggetti caratterizzanti: un bastone intagliato, una sfera, un grosso libro… Si caratterizza per la lentezza dei movimenti e del canto: si esprime infatti per enigmi, con gesti che si staccano visibilmente da quelli dei guerrieri. Solitamente viene associato ad una delle corti (buoni o cattivi) con funzione di consigliere del Re.
Buffone: Il buffone indossa un costume a colori sgargianti, con fiocchi, nastrini e campanellini. Il buffone costituisce l’anello di congiunzione tra maggerini, suggeritore e pubblico. I suoi interventi mitigano i momenti di massimo pathos e commozione, mascherano gli errori e richiamano l’attenzione del pubblico con gesti e parole scherzose. Il suo linguaggio spazia dall’espressione poetica al dialetto, dal canto alla barzelletta.
Vinaio: E’ un assistente di scena, che aiuta maggerini e suggeritore per la buona riuscita dello spettacolo: ha il compito di dissetare gli attori durante lo spettacolo stesso.
Pagina aggiornata il 04/03/2025